La transizione verso i materiali sostenibili nel mercato dell’insonorizzazione industriale: una review

Introduzione

Come sta accadendo in molti altri settori industriali, anche l’ecosistema globale dell’insonorizzazione assiste a una lenta ma inesorabile transizione verso l’impiego di materiali biodegradabili e sostenibili. I produttori nel futuro dovranno integrare materiali ecologici e sostenibili con quelli tradizionali nella progettazione delle unità di controllo del rumore industriale. Occorre sempre di più adeguarsi ai trend di sostenibilità in atto e a quei requisiti dettati dalle esigenze del periodo corrente.

Eppure, molto prima del momento in cui la sostenibilità è stata finalmente posta all’apice dell’agenda di molte aziende di costruzione industriale, i ricercatori hanno scoperto che i materiali naturali possono essere utilizzati efficacemente nella costruzione di architetture fonoassorbenti al fine di contenere l’inquinamento acustico.

Tuttavia, oltre a proteggere la qualità ambientale complessiva, sembra che i materiali naturali possano risultare davvero efficaci quanto le soluzioni convenzionali.

 

Materiali e tecniche più utilizzate: lo scenario attuale

Come riscontrato da un recente studio di FMI sullo stato di salute del mercato globale dell’insonorizzazione, polimeri e compositi rimangono ancora i materiali più impiegati per la produzione di insonorizzanti. È ampiamente noto che polimeri e materiali compositi abbiano proprietà di isolamento acustico più elevate rispetto ad altri materiali come vetro, metallo e tessuto.

Va tuttavia sottolineato che i recenti sviluppi nella ricerca e nello sviluppo di materiali compositi hanno fornito loro le risorse di biodegradabilità e riciclabilità che necessitavano, il che ha portato automaticamente anche a un aumento delle vendite. Lo studio stima che nel solo 2018 sono state vendute oltre 4 unità di controllo del rumore industriale su 10 realizzate in polimeri e compositi.

 

Materiali industriali ecologici

Le soluzioni acustiche naturali si stanno convertendo sempre più in una valida alternativa alle tradizionali applicazioni sintetiche. La sfida consiste nello sviluppo di assorbitori completamente sostenibili, sia a partire da biomassa che da materiali riciclati.

Una ricerca condotta nel 2021 dall’AcouTech Lab della Tallinn University of Technology ha delineato una premessa importante in questo senso: per esprimere un potenziale di attenuazione del rumore sufficiente e ottenere i migliori risultati in termini di prestazioni, il design degli assorbitori dovrebbe basarsi su materiali con struttura a pori aperti, i pori dovrebbero avere dimensioni ridotte e il materiale del nucleo dovrebbe avere un’elevata elasticità, mentre lo spessore del materiale dovrebbe essere sufficientemente grande da offrire un’attenuazione ragionevole alle frequenze più basse.

Come nel caso dei materiali convenzionali, le prestazioni degli assorbitori dipendono dunque in gran parte anche dalle loro fibre e dalla struttura dei pori. Le fibre di cotone hanno proprietà di assorbimento acustico paragonabili alla lana di roccia e alla fibra di vetro, le quali vengono solitamente impiegate per realizzare assorbitori convenzionali. La porosità del cotone consente di ricevere e quindi contenere l’energia sonora con facilità, e inoltre rende il materiale compattabile, in modo che i progettisti possano formarlo in fogli spessi che intrappolano e disperdono il suono.

 

Conclusione

Quanto emerge da questa review è una necessità da parte delle aziende di insonorizzazione di utilizzare in primis materiali a base di cotone per lo sviluppo dei proprio prodotti, soprattutto con l’obiettivo d’azione di ridurre echi e riverberi. Vi è dunque un’opportunità concreta per lanciare linee di prodotti ecologici che includano soluzioni insonorizzanti come pareti e pannelli acustici, deflettori e fodere acustiche HVAC principalmente realizzate con cotone riciclato o fibre sintetiche riciclate. Ulteriori ricerche basate sulla proposta di nuove soluzioni materiali sono attese e aspettano di essere integrate nel contesto applicativo.

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